Compresse rivestite 200 mg: ogni compressa contiene 200 mg di ibuprofene Compresse rivestite 400 mg: ogni compressa contiene 400 mg di ibuprofene Per la lista completa degli eccipienti, vedere la sezione 6.1.
Dolori di varia natura: mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori muscolari e osteoarticolari, dolori mestruali.
Coadiuvante nel trattamento sintomatico degli stati febbrili ed influenzali.
Controindicazioni / Effetti indesiderati
- Pazienti con ipersensibilitĂ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. - Pazienti che hanno manifestato broncospasmo, asma, riniti od orticaria conseguenti all'impiego di acido acetilsalicilico o di altri prodotti antinfiammatori non steroidei.
- Pazienti con grave insufficienza epatica, renale o cardiaca. - Pazienti con storia di emorragia o perforazione gastrointestinale, correlati a precedenti terapie con FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).
- Pazienti con ricorrenti ulcere peptiche/emorragie in atto o pregresse (due o piĂč distinti episodi di provata ulcerazione o sanguinamento). - Durante lâultimo trimestre di gravidanza (vedi sezione 4.6).
- Bambini al di sotto dei 12 anni. Questo medicinale contiene saccarosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio o da insufficienza di sucrasi isomaltasi non devono assumere questo medicinale.
Posologia
Somministrazione orale Non somministrare ai bambini di etĂ inferiore ai 12 anni.Si consiglia ai pazienti con problemi di sensibilitĂ gastrica di assumere Nurofen a stomaco pieno. Se la sintomatologia persiste o peggiora dopo un breve periodo di trattamento, consultare il medico. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con lâuso della dose minima efficace per la durata di trattamento piĂč breve possibile necessaria per controllare i sintomi (vedere sezione 4.4). NUROFEN 200 mg compresse rivestiteAdulti e ragazzi oltre i 12 anni: 1-2 compresse, 2-3 volte al giorno. Non superare la dose di 1200 mg (6 compresse) nelle 24 ore. Anziani: Non sono richieste modificazioni dello schema posologico. NUROFEN 400 mg compresse rivestiteAdulti e ragazzi oltre i 12 anni Una compressa 2- 3 volte al giorno. Non superare la dose di 1200 mg (3 compresse) nelle 24 ore. Anziani: Non sono richieste modifiche dello schema posologico.
Conservazione
Nurofen 400 mg compresse rivestite: conservare ad una temperatura non superiore ai 30°C.
Lâibuprofene (come altri FANS) deve essere utilizzato con cautela in associazione con: Corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale (vedere sezione 4.4). Anticoagulanti: i FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti, come il warfarin (vedere sezione 4.4). Agenti antiaggreganti e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di emorragia gastrointestinale (vedi sezione 4.4). Acido acetilsalicilico e altri FANS: Queste sostanze possono far aumentare il rischio di reazioni avverse a carico del tratto gastrointestinale. Diuretici, ACE inibitori e Antagonisti dellâangiotensina II: I FANS possono ridurre lâeffetto dei diuretici e di altri farmaci antiipertensivi. In alcuni pazienti con funzione renale compromessa (per esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con funzione renale compromessa) la co-somministrazione di un ACE inibitore o di un antagonista dellâangiotensina II e di agenti che inibiscono il sistema della ciclo-ossigenasi puĂČ portare a un ulteriore deterioramento della funzione renale, che comprende una possibile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. Queste interazioni devono essere considerate in pazienti che assumono NUROFEN in concomitanza con ACE inibitori o antagonisti dellâangiotensina II. Quindi, la combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo lâinizio della terapia concomitante. Litio: Esistono dimostrazioni della possibilitĂ di un potenziale aumento dei livelli di litio nel sangue, con possibilitĂ di raggiungimento della soglia tossica. Qualora tale associazione sia necessaria, monitorare la litiemia allo scopo di adattare la posologia del litio durante il trattamento contemporaneo con ibuprofene. Metotrexato: Esistono dimostrazioni della possibilitĂ di un aumento dei livelli plasmatici di metotrexato. Zidovudina: Esistono dimostrazioni di aumentato rischio di emartrosi ed ematoma in pazienti emofilici sieropositivi per lâHIV se trattati contemporaneamente con zidovudina e ibuprofene. Antidiabetici: i FANS possono incrementare l'effetto ipoglicemico delle solfoniluree spiazzandole dai siti di legame con le proteine plasmatiche. Dati sperimentali indicano che l'ibuprofene puĂČ inibire gli effetti dellâacido acetilsalicilico a basse dosi sullâaggregazione piastrinica quando i farmaci sono somministrati in concomitanza. Tuttavia, lâesiguitĂ dei dati e le incertezze relative alla loro applicazione alla situazione clinica non permettono di trarre delle conclusioni definitive per l'uso continuativo di ibuprofene; sembra che non vi siano effetti clinicamente rilevanti dallâuso occasionale dellâibuprofene (vedere sezione 5.1).
Sintomi di sovradosaggio I sintomi di sovradosaggio possono comprendere nausea, vomito, dolori addominali, mal di testa, vertigini, sonnolenza, nistagmo, obnubilamento della vista, tinnito, e raramente ipotensione, acidosi metabolica, insufficienza renale e perdita di coscienza. Terapia in caso di sovradosaggio Non esiste un antidoto specifico. Si dovranno mettere in atto un trattamento sintomatico appropriato e misure di sostegno, se necessario. Entro 1 ora dallâingestione si potrĂ fare ricorso alla somministrazione di carbone attivo o, se i benefici superano i rischi, alla lavanda gastrica seguita dalla somministrazione di carbone attivo nel caso di ingestione di alte dosi di medicinale.
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Lâinibizione della sintesi delle prostaglandine puĂČ colpire negativamente la gestante e/o lo sviluppo embrio/fetale. Dati ottenuti da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto, malformazione cardiaca e gastroschisi dopo lâuso di un inibitore della sintesi di prostaglandine durante il primo periodo di gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dellâ1% fino a circa lâ1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalitĂ embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, Ăš stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, lâibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se usato da donne in procinto di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere rispettivamente la piĂč bassa e il piĂč breve possibile. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a: - tossicitĂ cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); - disfunzione renale che puĂČ progredire a insufficienza renale con oligoidroamniosi; - la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: - possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che puĂČ verificarsi anche a dosi molto basse; - inibizione delle contrazioni uterine risultante in travaglio ritardato o prolungato. Conseguentemente, lâibuprofene Ăš controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. Allattamento Lâibuprofene e i suoi metaboliti possono passare in basse concentrazioni nel latte materno. Nessun effetto pericoloso per i neonati Ăš ad oggi conosciuto, quindi per trattamenti brevi con la dose raccomandata per dolore e febbre, lâinterruzione dellâallattamento non Ăš generalmente necessaria. FertilitĂ Ci sono dimostrazioni che i prodotti medicinali che inibiscono la sintesi di ciclossigenasi/prostaglandine possono causare un indebolimento della fertilitĂ femminile per effetto sullâovulazione. Questo effetto Ăš reversibile dopo interruzione del trattamento. La somministrazione di Nurofen dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilitĂ o che sono sottoposte a indagini sulla fertilitĂ .