Indicazioni terapeutiche Dolori di varia origine e natura (dolori mestruali, mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori osteoarticolari e muscolari).
Controindicazioni/Effetti indesiderati â IpersensibilitĂ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. â Soggetti con ipersensibilitĂ allâacido acetilsalicilico o ad altri analgesici, antipiretici, antinfiammatori non steroidei (FANS), in particolare quando lâipersensibilitĂ Ăš associata a poliposi nasale, angioedema e/o asma. â Insufficienza epatica grave. â Insufficienza renale grave (filtrazione glomerurale inferiore a 30 ml/min). â Insufficienza cardiaca severa (IV classe NYHA). â Soggetti affetti da discrasie ematiche di origine sconosciuta, da porfiria, da ipertensione, da grave insufficienza coronarica incontrollata. â Ulcera peptica grave o in fase attiva. â Storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi o storia di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o piĂč episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento). â Soggetti con condizioni cliniche che determinino un aumento della tendenza al sanguinamento. â In concomitanza di interventi chirurgici (comprese le operazioni dentistiche). â Soggetti che abbiano subito significative perdite di liquidi (per vomito, diarrea o scarsa ingestione di liquidi). â Durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere par. 4.6). â Bambini al di sotto dei 12 anni.
Posologia Non somministrare ai bambini di etĂ inferiore ai 12 anni.Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con lâuso della dose minima efficace per la durata di trattamento piĂč breve possibile necessaria per controllare i sintomi (vedere par. 4.4). Compresse rivestiteAdulti e adolescenti oltre i 12 anni 1â2 compresse, due â tre volte al giorno, preferibilmente a stomaco pieno. Non superare comunque la dose di 1200 mg (6 compresse) al giorno. Non superare le dosi consigliate. Nel caso lâuso del medicinale sia necessario per piĂč di 3 giorni negli adolescenti, o nel caso di peggioramento della sintomatologia deve essere consultato il medico. Anziani I pazienti anziani devono attenersi alle dosi minime indicate. Pazienti con insufficienza renale In presenza di insufficienza renale lâeliminazione puĂČ essere ridotta e la posologia va di conseguenza adeguata. Capsule molliAdulti e adolescenti oltre i 12 anni 1â2 capsule molli, due â tre volte al giorno, preferibilmente a stomaco pieno. Non superare comunque la dose di 1200 mg (6 capsule molli) al giorno. Non superare le dosi consigliate. Nel caso lâuso del medicinale sia necessario per piĂč di 3 giorni negli adolescenti, o nel caso di peggioramento della sintomatologia deve essere consultato il medico. Anziani I pazienti anziani devono attenersi alle dosi minime indicate. Pazienti con insufficienza renale In presenza di insufficienza renale lâeliminazione puĂČ essere ridotta e la posologia va di conseguenza adeguata. Buscofen non deve essere usato per piĂč di 7 giorni. Se sono necessarie dosi piĂč alte oppure se Ăš richiesto un trattamento piĂč prolungato, allora Ăš necessario rivolgersi al proprio medico curante. Le compresse rivestite e le capsule molli devono essere inghiottite senza masticare, preferibilmente con un pĂČ di acqua. Si consiglia lâassunzione durante o dopo i pasti, particolarmente alle persone con disturbi gastrici.
Conservazione Compresse rivestite â blister da 20 compresse Conservare a temperatura ambiente. Capsule molli â blister da 12 o 24 capsule Nessuna condizione di conservazione.
Interazioni Lâibuprofene (come altri FANS) deve essere utilizzato con cautela in associazione con: â corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale (vedere par. 4.4); â anticoagulanti: i FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti come il warfarin (vedere paragrafo 4.4). Ă opportuno monitorare i pazienti in trattamento con cumarinici; â acido acetilsalicilico e altri FANS: queste sostanze possono far aumentare il rischio di reazioni avverse a carico del tratto gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4). La somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non Ăš generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati. Dati sperimentali suggeriscono che lâibuprofene puĂČ inibire competitivamente lâeffetto dellâacido acetilsalicilico a basse dosi sullâaggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Sebbene vi siano incertezze riguardanti lâestrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si puĂČ escludere la possibilitĂ che lâuso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre lâeffetto cardioprotettivo dellâacido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante Ăš considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1). Ă comunque opportuno non associare ibuprofene con aspirina o altri FANS; â agenti antiaggreganti e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di emorragia gastrointestinale (vedere par. 4.4); â diuretici, ACE inibitori e antagonisti dellâangiotensina II: i FANS possono ridurre lâeffetto dei diuretici e di altri farmaci antiipertensivi. I diuretici possono anche aumentare il rischio di nefrotossicitĂ associata ai FANS. In alcuni pazienti con funzione renale compromessa (per esempio pazienti disidratati o anziani) la coâsomministrazione di un ACE inibitore o di un antagonista dellâangiotensina II e di agenti che inibiscono il sistema della cicloâossigenasi puĂČ portare ad un ulteriore deterioramento della funzione renale, che comprende una possibile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. Queste interazioni devono essere considerate in pazienti che assumono Buscofen in concomitanza con ACE inibitori o antagonisti dellâangiotensina II. Quindi, tale combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo lâinizio della terapia concomitante e, periodicamente, da allora in poi; â litio: la somministrazione contemporanea di litio e FANS provoca aumento dei livelli di litio nel sangue per ridotta eliminazione, con possibilitĂ di raggiungimento della soglia tossica. Qualora tale associazione sia necessaria, monitorare la litiemia allo scopo di adattare la posologia del litio durante il trattamento contemporaneo con ibuprofene. â metotrexato: i FANS possono inibire la secrezione tubulare di metotrexato e ridurne la clearance con conseguente aumento del rischio di tossicitĂ ; â aminoglicosidi: i FANS possono diminuire lâescrezione degli aminoglicosidi; â glicosidi cardiaci: i FANS possono esacerbare lo scompenso cardiaco, ridurre il tasso della filtrazione glomerulare e aumentare i livelli plasmatici dei glicosidi cardiaci; â fenitoina: i FANS possono comportare un aumento delle concentrazioni plasmatiche della fenitoina; â colestiramina: la concomitante somministrazione di ibuprofene e colestiramina puĂČ ridurre lâassorbimento dellâibuprofene a livello del tratto gastrointestinale. Comunque la rilevanza clinica di tale interazione non Ăš nota; â ciclosporine: aumentano rischio di nefrotossicitĂ con i FANS. â inibitori della COXâ2 e altri FANS: lâuso concomitante con altri FANS, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasiâ2, deve essere evitato per potenziale effetto additivo (vedere par. 4.4); â estratti vegetali: Ginkgo Biloba puĂČ aumentare il rischio di sanguinamento in associazione a FANS;â mifepristone: a causa delle proprietĂ antiprostaglandiniche dei FANS, puĂČ teoricamente determinarsi una diminuizione nellâefficacia del medicinale. Lâevidenza limitata suggerisce che la coâsomministrazione di FANS nel giorno di somministrazione delle prostaglandine non influenza negativamente gli effetti del mifepristone o della prostaglandina sulla maturazione cervicale o sulla contrattilitĂ uterina e non riduce lâefficacia clinica del medicinale sullâinterruzione di gravidanza; â antibiotici chinolonici: dati su animali indicano che i FANS possono aumentare il rischio di convulsioni associato con antibiotici chinolonici. I pazienti che prendono FANS e chinoloni possono avere un aumentato rischio di sviluppare convulsioni; â solfaniluree: i FANS possono aumentare lâeffetto delle solfaniluree. Sono stati segnalati rari casi di ipoglicemia in pazienti in trattamento con solfaniluree che assumevano ibuprofene; â tacrolimus: possibile aumento del rischio di nefrotossicitĂ quando i FANS vengono somministrati con tacrolimus; â zidovudina: aumento del rischio di tossicitĂ ematica in caso di coâsomministrazione con FANS. CâĂš evidenza di un aumento del rischio di emartrosi e di ematoma in pazienti emofiliaci affetti da HIV in contemporaneo trattamento con zidovudina ed altri FANS. â ritonavir: Ăš possibile un aumento della concentrazione dei FANS; â probenecid: rallenta lâescrezione dei FANS con possibile aumento delle loro concentrazioni plasmatiche; â sulfinpirazone: puĂČ ritardare lâescrezione di ibuprofene; â inibitori del CYP2C9: la somministrazione concomitante di ibuprofene e inibitori del CYP2C9 puĂČ aumentare lâesposizione allâibuprofene (substrato del CYP2C9). In uno studio con voriconazolo e fluconazolo (inibitori del CYP2C9), si Ăš osservata una aumentata esposizione al S(+)âibuprofene da approssimativamente lâ80% al 100%. Si deve prendere in considerazione la riduzione della dose di ibuprofene quando si somministrano concomitantemente forti inibitori del CYP2C9, in particolar modo quando dosi elevate di ibuprofene vengono somministrate con voriconazolo e fluconazolo.
Effetti indesiderati Gli effetti indesiderati osservati con ibuprofene sono generalmente comuni agli altri analgesici, antipiretici, antiinfiammatori non steroidei. Patologie gastrointestinali: gli eventi avversi piĂč comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinali, talvolta fatali, in particolare negli anziani (vedere par. 4.4). La perforazione gastrointestinale con lâuso di ibuprofene Ăš stata osservata raramente. Dopo somministrazione di Buscofen sono stati riportati: nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore epigastrico, pirosi gastrica, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn (vedere par. 4.4). Meno frequentemente sono state osservate gastriti. Molto raramente sono state osservate anche pancreatiti. Disturbi del sistema immunitario: in seguito a trattamento con FANS sono state riportate reazioni di ipersensibilitĂ . Queste possono consistere di a) reazione allergica nonâspecifica e anafilassi, b) reazioni a carico del tratto respiratorio comprendenti asma, anche grave, broncospasmo o dispnea oppure c) disturbi a carico della cute, comprendenti rash di vario tipo, prurito orticaria, porpora, angioedema e, piĂč raramente, dermatiti esfoliative e bollose (inclusi sindrome di Stevens â Johnson, necrolisi tossica epidermica ed eritema multiforme). Patologie cardiache e vascolari: in associazione con il trattamento con FANS sono stati riportati edema ed affaticamento, ipertensione e insufficienza cardiaca. Studi clinici suggeriscono che lâuso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2400 mg/die), puĂČ essere associato a un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (es. infarto del miocardio o ictus) (vedere par. 4.4). Altri eventi avversi riportati con minore frequenza e per i quali non Ăš stata necessariamente stabilita una causalitĂ includono: Patologie del sistema emolinfopoietico: leucopenia, trombocitopenia, neutropenia, agranulocitosi, anemia aplastica e anemia emolitica. Disturbi psichiatrici: insonnia, ansia, depressione, stato confusionale, allucinazioni. Patologie del sistema nervoso: mal di testa, parestesia, capogiri, sonnolenza, neurite ottica. Infezioni ed infestazioni: rinite e meningite asettica (specialmente in pazienti con preesistenti disordini autoimmuni, come lupus eritematoso sistemico e connettivite mista) con sintomi di rigiditĂ nucale, mal di testa, nausea, vomito, febbre o disorientamento (vedere par. 4.4). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: broncospasmo, dispnea, apnea. Patologie dellâocchio: rari casi di alterazione oculare con conseguenti disturbi visivi, neuropatia ottica tossica.Patologie dellâorecchio e del labirinto: udito compromesso, tinnito, vertigini. Patologie epatobiliari: funzione epatica alterata, insufficienza epatica, epatite ed ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni bollose incluse sindrome di StevensâJohnson e necrolisi tossica epidermica (molto rara), e reazioni di fotosensibilitĂ . Patologie renali e urinarie: danno della funzione renale e nefropatia tossica in varie forme, incluse nefrite interstiziale, sindrome nefrotica ed insufficienza renale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: malessere, affaticamento. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo lâautorizzazione del medicinale Ăš importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari Ăš richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione allâindirizzo "www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili".
Sovradosaggio TossicitĂ I segni ed i sintomi di tossicitĂ non sono stati generalmente osservati a dosi inferiori a 100 mg/kg nei bambini o negli adulti. Comunque, in alcuni casi potrebbe essere necessario un trattamento di supporto. Si Ăš osservato che i bambini manifestano segni e sintomi di tossicitĂ dopo ingestione di ibuprofene a dosi di 400 mg/kg o maggiori. Sintomi La maggior parte dei pazienti che hanno ingerito quantitativi significativi di ibuprofene manifesteranno i sintomi entro 4â6 ore. I sintomi di sovradosaggio piĂč comunemente riportati comprendono nausea, vomito, dolore addominale, letargia e sonnolenza. Gli effetti sul sistema nervoso centrale (SNC) includono mal di testa, tinnito, vertigini, convulsioni, e perdita della coscienza. Raramente sono stati anche riportati nistagmo, acidosi metabolica, ipotermia, effetti renali, sanguinamento gastrointestinale, coma, apnea, diarrea e depressione del SNC e dellâapparato respiratorio. Sono stati riportati disorientamento, stato di eccitazione, svenimento e tossicitĂ cardiovascolare comprendente ipotensione, bradicardia e tachicardia. Nei casi di sovradosaggio significativo sono possibili insufficienza renale e danno epatico. Trattamento Non esiste uno specifico antidoto per il sovradosaggio di ibuprofene. In caso di sovradosaggio Ăš pertanto indicato un trattamento sintomatico e di supporto. Particolare attenzione Ăš dovuta al controllo della pressione arteriosa, dellâequilibrio acidoâbase e di eventuali sanguinamenti gastrointestinali. Entro 1 ora dallâingestione di una quantitĂ potenzialmente tossica deve essere considerata la somministrazione di carbone attivo. In alternativa, nellâadulto, entro 1 ora dallâingestione di una overdose potenzialmente pericolosa per la vita deve essere presa in considerazione la lavanda gastrica. Deve essere assicurata una diuresi adeguata e le funzioni renale ed epatica devono essere strettamente monitorate. Il paziente deve rimanere sotto osservazione per almeno quattro ore successivamente allâingestione di una quantitĂ di farmaco potenzialmente tossica. Lâeventuale comparsa di convulsioni frequenti o prolungate deve essere trattata con diazepam per via endovenosa. In rapporto alle condizioni cliniche del paziente possono essere necessarie altre misure di supporto. Per maggiori informazioni, contattare il locale centro antiveleni.
Gravidanza e allattamento Gravidanza Lâinibizione della sintesi di prostaglandine puĂČ interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Dati ottenuti da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto, di malformazione cardiaca e gastroschisi dopo lâuso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il primo periodo di gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dellâ1%, fino a circa lâ1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e postâimpianto e di mortalitĂ embrioneâfetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, Ăš stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori della sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, lâibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se usato da donne in procinto di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere rispettivamente la piĂč bassa e la piĂč breve possibile. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: â tossicitĂ cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); â disfunzione renale, che puĂČ progredire in insufficienza renale con oligoâidroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: â possibile prolungamento del tempo di sanguinamento ed effetto antiaggregante che puĂČ verificarsi anche a dosi molto basse; â inibizione delle contrazioni uterine risultante in travaglio ritardato o porlungato. Conseguentemente, lâibuprofene Ăš controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. Allattamento Nei pochi studi ad oggi disponibili, i FANS possono ritrovarsi nel latte materno in concentrazioni molto basse. I FANS, se possibile, devono essere evitati durante lâallattamento materno. FertilitĂ Lâuso di ibuprofene puĂČ compromettere la fertilitĂ femminile e non Ăš raccomandato nelle donne in attesa di concepimento. Nelle donne che hanno difficoltĂ a concepire o che sono oggetto di indagine sulla fertilitĂ , si deve considerare lâinterruzione del trattamento con ibuprofene.